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30/ventisette

trenta

  1. Velvet – Tutti A Casa (https://youtu.be/Nr9VS0MWkyA)
  2. Karen Elson – If I Had a Boat (https://youtu.be/SkFO1qIMeSE)
  3. Alt-J – Hunger Of The Pine (https://youtu.be/dCCXq9QB-dQ)
  4. Sub Focus – Endorphins (https://youtu.be/Y3CYKXBEtf0)
  5. Nostalghia – Homeostasis (https://youtu.be/VCMWXPCbc2E)
  6. Seafret – Oceans (https://youtu.be/aqsL0QQaSP4)
  7. Arctic Lake – Limits (https://youtu.be/swz3ok6cNKc)
  8. Tame Impala – ‘Cause I’m A Man (https://youtu.be/hefh9dFnChY)
  9. Kwabs – Perfect Ruin (https://youtu.be/Yvo620cGMyw)
  10. Django Django – First Light (https://youtu.be/oACQyGiM9Lg)
  11. Rae Morris – Love Again (https://youtu.be/JvS4q2QORlo)
  12. George Ezra – Did You Hear the Rain? (https://youtu.be/hbfHe3nd_Lo)
  13. Pendulum – Watercolour (https://youtu.be/tEPB7uzKuh4)
  14. The Last Internationale – Wanted Man (https://youtu.be/sTXlK-O2Q8E)
  15. All About – Be My Murderess (https://youtu.be/PD3DtlaX2u4)
  16. Fall Out Boy – Uma Thurman (https://youtu.be/2VTxYQL2SbA)
  17. Ella Eyre – Together (https://youtu.be/eK5mH9oF7T4)
  18. Andy C & Fiora – Heartbeat Loud (https://youtu.be/8lN0xBGWL-E)
  19. Sense8 Original Soundtrack Opening (https://youtu.be/ZOCDIulW1Rs)
  20. “The Americans” opening (https://youtu.be/mzZsrGJJDH8)
  21. London Grammar – Hey Now (https://youtu.be/nMEHJPuggHQ)
  22. Nick Mulvey – Fever To The Form (https://youtu.be/Ds0jtuyslbI)
  23. Everything Everything – Regret (https://youtu.be/RDSEtWt9u-A)
  24. Jungle – Busy Earnin’ (https://youtu.be/BcsfftwLUf0)
  25. Rudimental – Never Let You Go (https://youtu.be/0TtA_oP1zoE)
  26. Beck – Dreams (https://youtu.be/oTM3YPTYNo0)
  27. Iggy Azalea – Black Widow (https://youtu.be/Zh3VENebCgk)
  28. Chase & Status – End Credits (https://youtu.be/YXIHXQjbtl8)
  29. The Vaccines – 20/20 (https://youtu.be/JQacsqQ2Gdg)
  30. Laura Pausini – Inedito (https://youtu.be/-IavjShfwJo)

A No Comment (su RMC) abbiamo fatto a meno degli adulti disattenti

La vita vira

La vita vira in momenti precisi. Si infrange contro il tuo mare perfetto e ti impone un inizio. Un minuto, un solo minuto, in cui indica alla tua pelle intatta cosa proverai dopo quel passaggio. Non piangi perchè alle lacrime il tuo cervello associa un colpo, un dolore sordo. Non sorridi perchè alla smorfia il tuo cuore associa l’allegria in loop.

Quando la vita vira resti immobile. Non reagisci. Ricominci come se le tue orecchie non avessero sentito il rumore che ti ha aperto il petto. Un giorno, poi, si ripresenta il medesimo guado. Solo allora, solo in quel secondo, senti scendere la goccia di sangue dallo squarcio che ti ha fatto la vita. Hai una ferita che non vuoi vedere.

Il sogno che si spegne fuori dalla rete

Il sangue surclassa il sogno. La ricerca condotta da Cybion (un’azienda specializzata nel monitoraggio del web) per l’Espresso dimostra che la parola omofobia, per gli utenti italiani iscritti a Twitter, non coincide con un desiderio, con una dimensione per tutti senza odio. I cittadini utilizzano, in linea di massima, i 140 caratteri dopo la morte di un adolescente che non ha potuto emanciparsi o per ricordare, il 17 maggio (giornata mondiale contro l’omofobia), chi è caduto nel conflitto giornaliero non riconducibile a una vera e propria guerra.

Omofobia, per gli italiani, non è la mancata sincronizzazione tra lo Stato e l’Europa che poco alla volta sta aprendo il matrimonio alle coppie gay. La parola, sul social network, non scandisce, per esempio, il percorso semestrale del Governo francese che dal 23 aprile 2013 permette alle persone omoaffetive di sposarsi. Per gli italiani il silenzio del proprio Stato che sceglie come e quando stare in Europa non è omofobia.

Lo sconto che i cittadini fanno alle istituzioni trasforma il paese in una provincia paradossale. Lo stesso paese che non prova a far parte del mondo fa propri dei trend globali. La ricerca di Cybion dimostra che su Twitter l’odio contro i gay si manifesta negli stessi momenti in cui, sui social network, si ragiona di razzismo. La collimazione tra le due intolleranze, nel mondo, è rappresentata da due politici chiave. Eric Holder, Procuratore generale degli Stati Uniti, sostiene che gay e lesbiche, nel 2013, fanno parte del sogno di Martin Luther King. Il discorso di Christiane Taubira, ministro delle Giustizia francese (nata a Caienna, in Africa), è diventato, su Youtube, il manifesto sociale del Governo Hollande. “Aprendo – dichiara l’esponente politico – la casa comune del matrimonio civile alle persone omosessuali spegniamo la contestazione sornione sulla cittadinanza”.

In Italia la politica non è presente sui social network quando si ragiona di una società per tutti. L’assenza di un ministero per le Pari Opportunità e la specializzazione ministro Kyenge (che non si pronuncia sul riconoscimento delle coppie gay) hanno allargato un vuoto veicolato, quindi, da volti noti riconducibili alla televisione. Barbara D’Urso, Vladimir Luxuria e Roberto Saviano sono i personaggi più ripresi su Twitter quando si ragiona di omofobia. I moderatori, in Italia, sono più importanti del mezzo. Questo superamento dipende, in parte, dalla proposta insufficiente del suddetto mass media. Dove esistono sketch comedy con gay insieme da 50 anni (Vicious, ITV, Regno Unito) o film su figure storiche (Behind the Candelabra, HBO, Stati Uniti) la tv non si sostituisce alle istituzioni.

La supplenza, inoltre, spegne la sinergia tra i mass media italiani e il web. Some Love di Macklemore è la canzone più citata su Twitter per spiegare l’emancipazione sperata. Il singolo che racconta il sogno di ragazzo gay e afroamericano non è prevista dalle radio o le tv musicali. Dalla rete escono, ufficialmente, solo i Soliti Idioti.

28/ventisette

1.  “Got a revolution behind my eyes, we gotta get up and organize” (Battleflag, Lo Fidelity Allstars)

2. “Who shouts out hallelujah, who’s gonna sing out loud” (Who, David Byrne)

3. “Pas de selle, pas de reine, pas une bête mais, J’suis un cheval qui n’a pas de maître” (Son of Kick, Guancha)

4. “Run boy run! This world is not made for you” (Run Boy Run, Woodkid)

5. “I was in here for you, we were made to love” (Made To Love, John Legend)

6. Is That Your Life, Tricky

7. “Honestly, I can’t believe it’s burning again like the first fires” (First Fires, Bonobo)

8. “Kiss me hard before you go” (Summertime Sadness, Lana del Rey)

9. “Sono evaso a modo mio da una prigione di silenzio” (Io amo te, Mario Lavezzi)

10. “Stanotte mi sento un satellite bianco” (Satellite, Colapesce e Meg)

11. “God knows what is hiding, in that world of little consequence behind the tears, inside the lies” (People help the people, Birdy)

12. “I don’t know why I’m scared, ‘cause I’ve been here before” (One and Only, Adele)

13. “Only miss the sun when it starts to snow, only know you love her when you let her go” (Let Her Go, Passanger)

14. “Shining a little light to bring us back home” (Lighthouse, Patrick Watson)

15. “Stealing tomorrow from today” (Stealing Tomorrow, Great Lake Swimmers)

16. Only fear is to feel lonely dear so you’d better come home” (Flowers Blossom, Thony)

17. “I live for now, I’m not lonely in the dark” (Chloe, Hannah Peel)

18. “I don’t know what you want. Don’t leave me hanging on” (Wasting My Young Years, London Grammar)

19. “I don’t wanna be a star but a stone on the shore” (Overgrown, James Blake)

20. “Somebody’s got to change, you are the reason” (Can’t find my way home, Ellen McIlwaine)

21. “If you had to leave today, leave everything behind” (Line of Fire, Junip)

22. “Look at where we are, remember where we started out” (Look At Where We Are, Hot Chip)

23. “Look at me, I just can’t believe what they’ve done to me” (Get Free, Major Lazer)

24. Something About the Fire, Adele vs Daft Punk

25. Bajofondo, Grand Guignol

26. No man’s land, Riva Starr e Carmen Consoli

27. “Coi tuoi soldi hai comprato il suo corpo non certo il suo cuor” (Storia d’amore, Mauro Ermanno Giovanardi)

28. All That Your Give, The Cinematic Orchestra e Fontella Bass

Il matrimonio per tutti è marketing

Ogni decennio è caratterizzato da un’azione. Degli anni zero rimarrà la possibilità del singolo di far parte di una pluralità. La condivisione tecnologica, avviata da Youtube e dai social network creati negli anni successivi, è collimata in quella personale. Dei grandi eventi, dalla caduta delle Torri Gemelle alla guerra in Afghanistan passando ai funerali di Giovanni Paolo II, ognuno ha potuto fornire il proprio punto di vista. Senza il miglioramento di questa capacità, insita in ogni essere umano, oggi il surriscaldamento sociale non si sarebbe potuto raccontare così bene. Il G8 di Genova sarebbe stato raccontato diversamente oggi.

L’emancipazione delle relazioni omoaffettive fra dieci, venti, trent’anni sarà ricordata come l’azione simbolo degli anni dieci. Il matrimonio per tutti è la punteggiatura più contemporanea. In taluni casi, come quello recente statunitense, sottolinea la storia. In altri, come quello italiano, l’incapacità di un paese di emanciparsi dal proprio passato.

Lunedì prossimo, 1° luglio, la Croazia entrerà ufficialmente nell’Unione Europea. Entro il 2015 condividerà con noi e gli altri stati la moneta. La Croazia non può certo prendere il posto dei Stati forti del continente. Il suo rapporto debito/Pil è del 60% circa. La Croazia all’appuntamento europeo ci arrivata adeguandosi socialmente. Lo scorso anno il premier locale ha chiesto il riconoscimento delle unioni gay che, come lui stesso notava, fanno parte delle radici di molti Stati dell’Unione. La storia della Croazia assomiglia tanto a quella della Serbia che proprio in queste settimane sta discutendo su un provvedimento che riduca la discriminazione di gay e lesbiche. La Serbia, da settembre, sarà impiegata nei negoziati per entrare nell’Unione.

Per i paesi che vogliono crescere il matrimonio per tutti è diventato un simbolo che dimostra la capacità della politica di essere efficace anche in ambiti economici. Pensiamo, per esempio, al Regno Unito che si prepara a riconoscere gli sposi gay. Cameron, in questo momento, è diviso tra l’Europa e gli Stati Uniti. Con la prima prova a trovare una quadratura sui giovani e lavoro. Con la Casa Bianca invece rinegozia gli scambi. Il Regno Unito ha seguito l’esempio della Francia. Hollande, con il matrimonio per tutti, ha dimostrato di essere un leader che prende delle decisioni. Di avere la muscolatura giusta per potersi dividere il primo posto europeo con la Germania dove, non è un caso, non c’è un confronto sul matrimonio per tutti. La Merkel non deve dimostrare di essere la più forte. La storia l’ha irrobustita. Lei è la donna dei conti. Gli stessi che il suo paese, per inciso, voglio sistemati meglio. La corte costituzionale locale ha chiesto al suo governo di introdurre la parità fiscale tra coppie etero e omoaffettive.

In Europa, come in Italia, coesistono quindi tre forze che gravitano, nel caso specifico, attorno al matrimonio per tutti. La stessa tripolarità si verifica se si prendono in considerazione tre paesi, in questo momento, caldi.

Partiamo dalla Turchia che progressivamente sta scomparendo dai nostri telegiornali. Ordegan, come la Merkel, non prevede l’emancipazione di gay e lesbiche. I suoi conti sono così in ordine che non hai mai sentito la necessità di fare qualcosa per la società che, anzi, prova a zittire. La Turchia ha pagato tutti i suoi debiti e riesce ad attirare anche i capitali esteri. Molte banche italiane si stanno attrezzando per essere attive sul posto.

Le proteste turche hanno anticipato quelle brasiliane. Il paese come Croazia e Serbia ha costruito il proprio sviluppo sulla società che adesso chiede, giustamente, il superamento del minimo sindacale. Prima dell’exploit economico il Brasile ha investito sulle coppie di fatto che sono state riconosciute nel 2011. Nelle scorse settimane, per la cronaca, il Consiglio Nazionale di Giustizia ha stabilito che il matrimonio deve essere aperto a gay e lesbiche sicché le unioni civili non sono state pensate solo per una specifica tipologia di coppia.

Le decisioni del Brasile assomigliano a quelle, più recenti, prese negli Stati Uniti. Obama, primo presidente degli Stati Uniti ad arrivare alla Casa Bianca grazie alla condivisione, ha saputo intuire prima di altri il potere che il matrimonio per tutti porta alla politica. Durante la campagna elettorale dichiara di essere favorevole al matrimonio per tutti. Riacquista muscolatura e ricomincia a lavorare, come Regno Unito e Francia, a lavorare contro la crisi. La storica sentenza, non a caso, arriva nello stesso giorno in cui Obama spiega perché è importante implementare l’economia verde.

Il riconoscimento delle coppie omoaffettive in Italia non è cruciale dal punto di vista sociale. E’ una questione economica che spetta Saccomanni. Il ministro e il Governo tutto devono spiegarci, oggi, perché non siamo un paese che cerca sviluppo o si rilancia a livello internazionale. Noi, come è noto, non abbiamo i conti della Germania.

#ballerina

“Sono un fantasma. Sono il fascino nascosto della fine. Sono una ballerina che bacia l’Apocalisse. Sono l’abbraccio assente e aspettato da tutte le persone che non riescono a superare un ponte. Sono il soffio. Sono la solitudine. Sono lo schizzo di speranza che sfugge al silenzio. Sono una danzatrice decisa verso il suo domani. Non ho bisogno di un accompagnatore per attraversare le avversità. Sorrisi, splenditi sorrisi”

ballerina

Il paradosso omoaffettivo

La parola è un paradosso liquido. La parola, spesso, non rimane addosso. La parola è come il vento che non sposta, un soffio che subisce gli spazi organizzati da altri. La parola, però, ha un suo peso. Ogni volta che viene utilizzata per percuotere una persona si trasforma in un’ancora da trascinare.

La cancellazione della parola GAY ipotizzata da Putin ha innescato una serie di naturali e comprensibili proteste (non riprese dai mass media tradizionali). Chi si lamenta per il lastrico russo, in molti casi, ha lasciato agli altri il diritto aggettivo. In Italia, infatti, la rappresentazione delle relazioni degli uomini/donne che amano altri/e uomini/donne è restata attaccata al catenaccio – sessuale. La cultura affettiva del nostro paese esiste una volta superata al confine. Sull’anima abbiamo lavorato poco e male. Non è un caso che le confidenze di Tiziano Ferro fatte alle Invasioni non siano state raccontabili dai critici. Gli esperti l’hanno definita un’intervista gay malgrado l’assenza di un immaginario erotico.

La scomparsa del soggetto è grave tanto quanto la sterilità di un dizionario che rimanda al domani la creazione di un termine figlio del tempo presente. Un periodo per essere conforme, oggi, deve prevedere l’utilizzo di due forme lessicali contemporanee: “persone omoaffettive” e “matrimonio per tutti”.

La (mia) mediocrità, il (tuo) mezzo

Ti ho scritto di getto. Ci sono voluti trenta giorni. In una terra, estiva, di nessuno sei venuto al mondo. La mia mediocrità è stato il tuo primo panorama. Scusa. Poi ho chiuso gli occhi. Mi sono fidato del tuo lato oscuro. Ho fatto pace con le mie ombre. Da mesi, ormai, cerco una culla di carta dove tu, caro Cosmo, possa crescere. La ricerca non sta andando benissimo. Ogni volta che ti rileggo, però, sorrido e mi commuovo. Grazie. Prima o poi arriverà anche il tuo giorno. Nel frattempo mi risento la musica che ha trasformato la mia mediocrità in un tuo mezzo. A presto, G

Contro Natura

428119_4465010855668_336689437_nLa politica, quella contraria al matrimonio per tutti, é un lampione spento. Il cittadino, il cielo, esiste anche senza l’illuminazione artificiale, un servizio contro natura come le posizioni di chi crede che il sentimento possa essere ridotto a tassa.